
Passeggiando lentamente per Firenze si respira qualcosa di magico, un pout-pourri profumato di bello, arte e storia.
Certo, in prossimità di qualche tombino il profuma cambia... piccoli dettagli.
Quanti idiomi.
Chi, come me, conosce quasi tutte le lingue del mondo (tranne l'itagliano), è tentato dall'origliare i discorsi altrui.
Ho sentito tante lingue estive (cioè dell'Est), in particolar modo lingue dell'ex-URSS.
Una signora ha detto a suo marito:
"Stasera arrangiati, devo andare a cena col mio amante fiorentino".
Eh si, il marito era proprio un uzbekko!!!
Un ragazzino invece ripeteva ai suoi genitori la tabellina del 378: nessun dubbio, era u' cranio.
Un signore anzianotto invece aveva una diatriba col cameriere perchè questo insisteva nel volergli servire i ceci assieme alla trippa mentre questo signore ripeteva insisentemente "Fagioli, fagioli".
Non poteva che essere cece-no.
In mezzo a questa folla variopinta ho incontrato anche due strani signori, agghindati retrò, che parlavano dei grandi cambiamenti del mondo.
Li ho filmati.
Eccoli
Troppo bella questa canzone, oggi l'ho ascolta decine di volte.:-)
RispondiElimina