mercoledì 9 dicembre 2009

Parlami di Firenze




Passeggiando lentamente per Firenze si respira qualcosa di magico, un pout-pourri profumato di bello, arte e storia.
Certo, in prossimità di qualche tombino il profuma cambia... piccoli dettagli.

Quanti idiomi.
Chi, come me, conosce quasi tutte le lingue del mondo (tranne l'itagliano), è tentato dall'origliare i discorsi altrui.
Ho sentito tante lingue estive (cioè dell'Est), in particolar modo lingue dell'ex-URSS.

Una signora ha detto a suo marito:
"Stasera arrangiati, devo andare a cena col mio amante fiorentino".
Eh si, il marito era proprio un uzbekko!!!

Un ragazzino invece ripeteva ai suoi genitori la tabellina del 378: nessun dubbio, era u' cranio.

Un signore anzianotto invece aveva una diatriba col cameriere perchè questo insisteva nel volergli servire i ceci assieme alla trippa mentre questo signore ripeteva insisentemente "Fagioli, fagioli".
Non poteva che essere cece-no.

In mezzo a questa folla variopinta ho incontrato anche due strani signori, agghindati retrò, che parlavano dei grandi cambiamenti del mondo.
Li ho filmati.
Eccoli

1 commento:

  1. Troppo bella questa canzone, oggi l'ho ascolta decine di volte.:-)

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